Dopo la strage di Mestre, Matteo Salvini, da vicepremier e da ministro delle infrastrutture, avrebbe dovuto spiegare come mai le infrastrutture italiane e gli apparati di sicurezza stradale, su cui ha la delega, sono in uno stato così pericoloso pur in punti tanto delicati.
Invece cosa ha detto? Che non è colpa del guardrail mancante ma delle batterie elettriche del bus, e quindi dell’Europa, che invita ad utilizzarle, come se fossero state le batterie (o l’Europa) a farlo precipitare per dieci metri. Salvini non perde occasione per la strumentalizzazione politica, ormai lo sappiamo. Certo che darsi allo sciacallaggio neanche 24 ore dopo una strage come questa è davvero un nuovo punto basso, persino per lui.