Le strutture sanitarie private in dieci anni sono aumentate in Italia del 35%, e in Veneto del 45%. Nella provincia di Vicenza la crescita è addirittura del 58%. Parliamo di case di cura, laboratori, ambulatori, assistenza socio-sanitaria residenziale e non residenziale. Sono dati della Camera di Commercio, che ha analizzato il quadro evolutivo nel decennio 2012-2022. E sono dati che fanno riflettere.
Il punto non è stigmatizzare la sanità privata.
Il privato interviene spesso dove il pubblico fallisce. E qua è proprio questo il problema: i finanziamenti alla sanità pubblica non bastano neppure a coprire i costi aumentati degli ultimi anni. Figuriamoci a stare al passo con le mutate esigenze di una società che invecchia.
L’ho già detto e lo ripeto: i temi socio-sanitari devono essere al centro delle scelte statali, ma anche di quelle regionali. Le Regioni hanno una precisa competenza sulla sanità, ma – basta guardare il Veneto – non stanno coprendo un fabbisogno crescente, preferendo finanziare altri fronti. E così facendo incoraggiano nei fatti la privatizzazione della nostra sanità.
Lo dico anche a Zaia: se questo è il risultato delle forme di autonomia che già ci sono, come appunto sulla sanità, c’è decisamente qualcosa da cambiare!