Due anni fa la Russia invadeva, a tradimento e calpestando in modo gravissimo il diritto internazionale, l’Ucraina. Putin era convinto di conquistarla in poche ore, di non incontrare resistenza, di poterla annettere come aveva fatto con la Crimea. Ebbene, due anni dopo l’Ucraina esiste – e resiste – ancora. E questo anche grazie allo straordinario sforzo di un’Europa che, di fronte a una sfida difficilissima, ha saputo mostrarsi e agire unita: prima nella riconversione energetica, per ridurre la dipendenza dalla Russia; poi nel fermo sostegno politico internazionale a un popolo aggredito; quindi nel supporto finanziario e militare.
Eppure, due anni dopo e dopo centinaia di migliaia di morti, guardando le macerie di città e campagne un tempo fiorenti continuo a pensare che accanto all’aiuto all’Ucraina dobbiamo costruire, con più determinazione e coraggio, anche una soluzione politica e diplomatica. Alla fine da questa guerra orribile si uscirà solo con un accordo. Per due anni hanno parlato le armi: ora sarebbe il tempo di ridare voce alla pace.