Quello che sta succedendo in Polonia ci mostra quanto è difficile il ritorno alla normalità, una volta che la democrazia è uscita dai suoi binari.
Pochi mesi fa l’insperata vittoria delle opposizioni ha fermato il progetto autoritario di Kaczynski e del suo partito. Ma il Pis negli anni aveva occupato ogni posizione possibile e stravolto gli equilibri del sistema politico polacco: e ora il neo-premier, l’europeista Donald Tusk, deve lottare ogni giorno con i mille ostacoli e le trappole di chi, pur avendo perso le elezioni, rifiuta di mollare il potere.
Dalla tv pubblica alla corte costituzionale, gli ostacoli per il ripristino della democrazia in Polonia sono tantissimi. Lo stesso presidente della repubblica, Duda, emanazione e maschera di Kaczynski, ostacola attivamente il lavoro del governo grazie al potere di veto che ha su ogni legge.
C’è una morale molto evidente, e che ci deve essere ben chiara, anche come monito. Smantellare un apparato di controllo illiberale, costruito con pervicacia negli anni e tuttora a capo di pezzi di potere, non è un compito semplice. Quando si esce dal solco della democrazia, tornarvi non è facile.