Vi assumereste la responsabilità di firmare decisioni di grande importanza per la collettività, con il rischio di guai giudiziari, a fronte di uno stipendio di poche centinaia di euro al mese? È quello che i sindaci dei piccoli e piccolissimi comuni hanno dovuto fare per anni.
Ho sempre pensato che fosse un’ingiustizia, e che allontanasse la partecipazione alla cosa pubblica. Sono quindi contento che inizi a entrare in vigore una riforma che ho introdotto io, quando ero al Ministero dell’Interno come Sottosegretario agli Enti Locali: da qui ai prossimi mesi i sindaci vedranno il loro stipendio crescere, in rapporto agli abitanti. Per i sindaci di grandi comuni, che hanno complessità enorme, ci si tarerà sui compensi regionali. Ma sarà soprattutto per i piccoli e piccolissimi comuni che questa riforma farà differenza.
I sindaci sono sempre in prima linea, quasi sempre lavorano in Comune a tempo pieno, sono i primi a cui i cittadini chiedono conto delle cose che non vanno. Era giusto che venisse ridata dignità a una carica essenziale per le nostre comunità e la nostra democrazia, e sono contento di aver dato il mio contributo a questa legge.