Il 25 aprile è una festa di tutti gli italiani.
Celebra la riconquistata libertà dal nazifascismo, e da una dittatura che ha ridotto in macerie il nostro Paese. Peccato che ci sia chi si rifiuta di abbracciare una logica di condivisione e verità storica.
Mentre alcuni storici esponenti del centrodestra nazionale, dal governatore del Veneto Zaia a Gianfranco Fini a Letizia Moratti, hanno in questi giorni riconosciuto senza ambiguità il significato della Liberazione, è un peccato che vi siano altri rappresentanti della maggioranza che governa il Paese che non riescono a uscire da una logica settaria. Come l’assessore regionale veneta Donazzan, che per l’ennesima volta prova ad infangare il senso della Resistenza, promuovendo assurde equiparazioni che non fanno bene a nessuno.
La memoria – individuale, familiare – è sempre rispettabile, nel suo dolore e nei suoi drammi. Ma non deve essere confusa con la storia, che è una e che dà conto della grande tragedia del nostro Paese, dalle cui ceneri è nata la nostra democrazia. Festeggiamo quindi la democrazia e la libertà, senza giocare con i fantasmi del passato.